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San Francesco di Sales

Giochi Giochi al chiuso Giochi di squadra

Squadre: Il gruppo viene diviso in due squadre possibilmente di numero e forze pari.

Gioco: Alveare di esagoni. Scopo del gioco è formare la scritta “San Francesco”. Il percorso viene scelto dalla squadra, che però non può passare sulle caselle già utilizzate dagli avversari. Ad ogni casella può corrispondere un gioco, una domanda, un bonus, una penalità o un episodio della vita di S. Francesco di Sales da leggere assieme.

 

Giochi

1 - Necrologio: Ogni squadra ha 5 minuti per scrivere il necrologio di uno dei componenti della squadra stessa, mettendo in luce le cose belle della persona.

2 - Canta tu: Si danno alcuni minuti per pensare alle sigle dei cartoni animati. Al via si faranno cantare le squadre. Perde la squadra che canta una canzone già fatta o entro 30 secondi non riesce a cominciarne un’altra.

3 - Indovina chi?: Ad un componente per squadra viene messo sopra la testa il nome di un personaggio famoso. Egli dovrà indovinare nel minor tempo possibile il personaggio rivolgendo alla propria squadra domande a cui si può rispondere solo “Si” o “No”. PERSONAGGI: Topolino; Paperino; Superman; Spiderman.

4 - Malì-Malò: A turno i ragazzi della squadra pescheranno da un biglietto che indica due parti del corpo (es. mano-mano; orecchio-naso, cavigliaginocchio) e dovranno inserire il biglietto tra queste due parti del corpo senza farlo cadere. Successivamente pescheranno un altro biglietto… Vince la squadra che riesce a tener il maggior numero possibile di biglietti. Quando cada un biglietto, il gioco finisce.

5 - Gara di complimenti: A turno le due squadre dovranno scambiarsi dei complimenti. Perde la squadra che per prima ripete un complimento o non riesce più a trovarne altri.

6 - Lettera fraterna: Ogni squadra ha 5 minuti per scrivere una lettera d’incoraggiamento ad una persona che sta soffrendo. Verrà premiata l’originalità della lettera...

7 - Pictionary: Api; ammalato miele; diavolo; vescovo; chiesa; aureola; santo; porta aperta; povero; Paradiso; amici; pregare; aiutare; angelo.

8 - La liberazione: Ogni squadra si mette in cerchio e, tenendo gli occhi chiusi, si cammina in avanti e, quando si tocca una mano, la si prende. Quando tutti sono legati, si aprono gli occhi e, al via, si cerca di slegarsi, chi ci riesce per primo vince.

9 - Fila indiana: Ogni squadra deve ordinarsi in fila a seconda della data di nascita.

10 - Atomi: Le due squadre si mettono in cerchio ed al via ognuna cerca di inglobare delle persone dell’altra squadra. Vince chi in 2 min. ha inglobato più avversari.

11 - Tiro alla fune

12 - Controllori di volo: Ogni squadra deve realizzare un aeroplano di carta. Vince la squadra il cui aeroplano riesce a volare per un tratto maggiore di strada.

13 - Do yuo speak english?: Un componente per squadra deve descrivere in inglese un’immagine che gli data.

14 - Braccio di ferro

 

Episodi della vita di S. Francesco di Sales

1) Nel suo vescovado la porta è sempre aperta per tutti coloro che vengono a bussare. I domestici hanno avuto ordine «di non rimandare nessuna delle persone che vogliono parlare con lui; che se, per qualche necessità, si devono rimandare indietro, egli esige che sia con tanta gentilezza, che i visitatori non perdano il coraggio di tornare». Gli capitò una volta di trattare con grande attenzione il valletto di un gentiluomo e gli veniva fatto notare: «Io non so distinguere le persone di mondo, spiegò; non considero che una cosa, sapere che tutti sono cristiani». Infatti non erano solo le persone importanti che egli accoglieva così, ma tutti quelli che lo avvicinavano; ed erano numerosi quelli che, nella pena, accorrevano da lui, perché si sapeva «che chiunque andasse da lui tornava consolato».

2) Con quale dolcezza apriva le braccia ai peccatori, ai più grandi peccatori! Quanti gli erano vicini si scandalizzavano. «Sicuramente – gli disse un giorno uno di essi – Francesco di Sales andrà in Paradiso; ma il vescovo di Ginevra, non lo so; temo che la sua dolcezza gli giochi un brutto tiro». - «Ah! – rispose lui – è meglio dover rendere conto di troppa dolcezza che di troppa severità. Dio non è forse tutto amore? Se ci fosse qualcosa di meglio della benevolenza, Gesù Cristo ce lo avrebbe detto, e tuttavia, non ci da che due lezioni da imparare da Lui: la mansuetudine e l'umiltà del cuore. Volete dunque impedirmi di imparare la lezione che Dio mi ha dato, e siete forse più sapienti di Dio?».

3) Francesco di Sales non abbandonava mai la sua mirabile dolcezza, neanche quando si presentavano da lui delle persone in preda alla rabbia. Come quel gentiluomo che, ritenendosi offeso dal vescovo, portò con sé dei cani urlanti e suonò il corno in segno di disprezzo e di derisione nel cortile del vescovo, poi, salito da lui, lo insultò e arrivò a mettere la mano alla spada. A quelli che avevano assistito alla scena indignati, il santo si limitò a dire: «Devo essergli grato per avermi evitato la pena di opporre le mie ragioni al suo impeto di collera».

4) Sulle labbra del vescovo di Ginevra, tutto è dolcezza e serenità, perché, prima di uscire dalla bocca, le sue parole sono passate attraverso questo strato di benevolenza di cui si è sforzato di riempire il suo cuore. A noi, invece, capita di accogliere gli altri in malo modo, di essere duri con quelli che vengono a disturbarci, di dare delle risposte brusche, di fare delle osservazioni offensive. «Non perdete occasione, per piccola che sia, ci dice, di esercitare la dolcezza del cuore verso tutti».

5) S. Francesco di Sales sa bene che ognuno ha motivo di essere spesso scontento di se stesso e che questo lo dispone male nei riguardi degli altri. Egli raccomanda, quindi, di riempirsi dell'amore di Dio e, qualsiasi siano i nostri problemi, di restare sempre calmi ed essere dolci con gli altri. «Che cosa devo dirvi di più, cara Figlia, se non ciò che vi ho già detto, di andare avanti sempre nella vostra vita quotidiana più che potrete per amore di Dio, riempiendo il vostro cuore di dolcezza e serenità: dolcezza verso il prossimo anche se fastidioso; serenità con voi stessa anche se triste». Questa serenità con noi stessi ci aiuterà a sopportare tranquillamente il prossimo.